Delitto di Garlasco, l'ex generale Garofano: "Sull'impronta 33 non c'è sangue"

Cronaca
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"È una certezza scientifica", ha fatto sapere l'ex comandante del Ris dei carabinieri, che ha avuto un colloquio con i legali dell'indagato Andrea Sempio in vista di una consulenza difensiva. L'intonaco cercato dai pm, inoltre, non ci sarebbe più perché "è stato consumato" nell'accertamento irripetibile del 2007. Legale di Sempio minacciata di morte

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Nell'impronta 33, quella sul muro delle scale non lontano dal corpo di Chiara Poggi e attribuita da una consulenza dei pm ad Andrea Sempio, "non c'è sangue", ed è "una certezza scientifica" relativa agli accertamenti che vennero fatti all'epoca del delitto. Sono le considerazioni dell'ex comandante del Ris Luciano Garofano, esperto della difesa del 37enne. Secondo Garofano, l'intonaco grattato dalla traccia che i pm stanno cercando per le analisi biologiche non ci sarebbe più perché "è stato consumato" nell'accertamento irripetibile del 2007. Intanto, la legale Taccia - che oltre a rappresentarlo faceva anche parte della cerchia stretta degli amici di Sempio -  fa sapere di aver sporto denuncia per aver ricevuto "minacce di morte allucinanti".

L'impronta 33, attribuita ad Andrea Sempio
L'impronta 33, attribuita ad Andrea Sempio - ©Ansa

La battaglia sull'impronta 33

Nell'inchiesta riaperta sul caso di Garlasco, l'ex generale del Ris dei carabinieri e la difesa di Sempio hanno avuto un colloquio in vista della consulenza dattiloscopica difensiva, che sarà depositata dopo quella, sempre di parte, effettuata di recente dagli esperti nominati dalla Procura di Pavia. Nei giorni scorsi, come noto, si è saputo che i pm stavano cercando negli archivi del Ris un involucro con dell'intonaco per poter effettuare analisi biologiche alla ricerca di eventuali tracce di sangue e Dna nell'impronta 33. Secondo quanto emerso, 18 anni fa parte della traccia papillare era "stata asportata dal muro grattando l'intonaco con un bisturi sterile". Tale intonaco, secondo Garofano, è però stato consumato ai sensi del cosiddetto "360", ossia dell'accertamento irripetibile che venne effettuato ai tempi.

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"L'intonaco non c'è più"

Garofano, parlando con i difensori di Sempio, ha fatto presente che quell'impronta "era già stata analizzata ai tempi" e venne giudicata non utile per un'identificazione. L'ex generale ha poi evidenziato che "le nuove tecnologie" usate, di cui si parla nella consulenza della Procura, non sono altro che "l'utilizzo di Photoshop che esisteva già ai tempi". Sempre nel 2007, ha spiegato il generale, erano state fatte anche "analisi su Dna e non avevano dato alcun esito". La ninidrina, il reagente con cui è stata trattata l'impronta, "in alcuni punti è più rossa", come emerge dalle immagini fotografiche alla base della consulenza dei pm, "perché reagisce con gli amminoacidi", ossia con "materiale organico" ma "non con l'emoglobina, e quindi su quell'impronta non c'è sangue e questa è una certezza scientifica". Intanto, i difensori di Sempio attendono, dopo una richiesta urgente presentata nei giorni scorsi, che la Procura di Pavia metta loro a disposizione tutti i documenti e il materiale usato nella consulenza per poter lavorare ad una loro relazione di parte.

Chiara Poggi in una foto senza data. ANSA (npk) +++NO SALES - EDITORIAL USE ONLY+++

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Le minacce di morte a Taccia

Sotto altro profilo, la legale di Sempio, Angela Taccia, si è rivolta ai carabinieri di Abbiategrasso (Milano) per denunciare di avere ricevuto la scorsa notte due email minatorie. "Sei morta" e "Ucciderò te e Sempio" l'oggetto dei messaggi di posta elettronica. In allegato ad uno anche le foto di un martello e di un fucile, le armi con cui il mittente - sempre lo stesso - ha annunciato di volere uccidere la professionista. "Sono settimane che ricevo mail bellissime e minacce di morte allucinanti", dice Taccia. Che però precisa: "Questa volta, però, mi sono spaventata. Il mittente ha scritto che sa dove trovarmi, così ho deciso di presentare denuncia ai carabinieri".

Legale di Stasi: "Clima d'odio deve finire"

 "Questo clima d'odio deve finire, non è accettabile, sembra che la situazione stia sfuggendo di mano e bisogna mettere un limite a tutto questo. Siamo molto dispiaciuti ed esprimiamo la massima solidarietà alla collega", afferma l'avvocata Giada Bocellari, che con il collega Antonio De Rensis assiste invece Alberto Stasi. "Sono cose che non devono mai accadere - sottolinea la legale - e invitiamo tutti al massimo rispetto e alla massima calma. Speriamo che l'attenzione mediatica cali su questa vicenda". Queste cose, dice ancora, "non devono succedere, a prescindere dal merito colpevole-innocente".

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