Donna morta dopo liposuzione, l'autopsia: non esclusa tromboembolia periferica

Cronaca
©Ansa

L’esame sul corpo di Ana Sergia Alcivar Cherche ha escluso lo shock anafilattico e serviranno ulteriori esami istologici per individuare le cause della morte. Nel procedimento aperto in Procura si indaga per omicidio colposo: a essere iscritti sul registro degli indagati il medico titolare della struttura, un anestesista e un'infermiera

ascolta articolo

Nessun segno di shock anafilattico dovuto ad una reazione avversa all'anestesia. Questo è il primo elemento di chiarezza che arriva dall'esame autoptico svolto sul corpo di Ana Sergia Alcivar Chenche, la donna di 46 anni morta sabato dopo essere stata colta da malore nel corso di un intervengo di liposuzione in uno studio medico di Roma, nella zona di Primavalle. L'autopsia, secondo quanto riportato dall'AGI, non ha inoltre evidenziato "una trombembolia massiva polmonare, ma non è al momento esclusa una tromboembolia periferica". Escluso anche lo shock anafilattico, serviranno adesso ulteriori esami istologici per individuare le cause della morte. Nel procedimento aperto in Procura si indaga per omicidio colposo: a essere iscritti sul registro degli indagati il medico titolare della struttura, un anestesista e un'infermiera. 

Che cosa ha detto l’autopsia

Sembrerebbe dunque esclusa dall'autopsia la tromboembolia polmonare massiva, che causa una grave ostruzione, con instabilità emodinamica e scompenso ventricolare destro che possono essere pericolosi per la vita. La tromboembolia polmonare periferica, non ancora scartata, provoca un'ostruzione più contenuta, con instabilità emodinamica meno marcata e sintomi generalmente meno gravi.

L’assenza di documenti e di un defibrillatore

Un appartamento vuoto. Gli inquirenti che sono entrati nello studio medico hanno notato l'assenza di diversi elementi, a partite dai documenti sulle attività svolte fino ai macchinari di primo intervento, come un defibrillatore. Non è stata trovata nemmeno la cartella clinica della donna, arrivata per l'intervento dalla Liguria, né un archivio sulla attività svolta anche su gli altri pazienti. Nonostante i numerosi clienti, la struttura in realtà operava da circa 12 anni senza alcuna autorizzazione: l'ultima era scaduta nel 2012 e non era stata più rinnovata. Su questo aspetto è intervenuto anche il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, annunciando che si sta lavorando "assieme all'ordine dei medici, a un provvedimento che consenta, attraverso un QR code, a una chiara identificazione di ciò che in uno studio medico è possibile fare, con un richiamo, anche alle specializzazioni del personale medico che lavora in quello studio".

Leggi anche

Liposuzione, come eseguirla in sicurezza e dove: esperti a Sky TG24

Le accuse al medico

Il titolare, il dottor Jose Lizarraga Picciotti, cittadino peruviano di 65 anni, nonostante l'assenza dei certificati, continuava, anche grazie ad una massiccia promozione sui social, a fornire interventi di chirurgia estetica e in molti lo continuavano a scegliere per sottoporsi ad operazioni anche invasive che richiedevano anestesie o sedazioni profonde. Picciotti, inoltre, ha precedenti per lesioni legati alla sua attività: nel 2013 era stato condannato, dopo la denuncia di una paziente, ma nel 2015 l'accusa era stata dichiarata prescritta dalla Corte d'Appello. Il medico è anche sotto processo a Brescia con l'accusa di lesioni gravissime.

Le indagini

In attesa di ascoltare il titolare, l'anestesista di 67 anni e l'infermiera, gli inquirenti stanno mettendo in fila tutti i tasselli finora raccolti. L'équipe avrebbe tentato di rianimare la donna senza allertare immediatamente i soccorsi. In questo ambito, elementi utili alle indagini potrebbero essere forniti dall'analisi dei telefoni cellulari sequestrati agli indagati per omicidio colposo. Gli inquirenti vogliono ricostruire le comunicazioni intercorse tra i tre e, soprattutto, i tempi con cui è stato richiesto l'intervento di un'ambulanza privata e del 118. Da chiarire, infatti, perché il mezzo di soccorso abbia raggiunto il Policlinico Umberto I e non il Gemelli, che dista circa dieci minuti in auto dall'appartamento.  La donna è arrivata al pronto soccorso alle 20:32 in arresto cardiocircolatorio e già intubata: sul mezzo di soccorso è stata anche sottoposta a massaggio cardiaco da parte dell'anestesista che la accompagnava.

Leggi anche

Roma, 47enne muore dopo un intervento di liposuzione

ISCRIVITI AL CANALE WHATSAPP DI SKYTG24

Cronaca: i più letti

OSZAR »