
Napolitano, le tappe della sua lunga storia politica nel centenario della nascita
L'ex presidente della Repubblica è entrato per la prima volta alla Camera nel 1953 e la sua storia politica ha seguito e a tratti segnato le vicende del nostro Paese. Domenica 29 giugno ricorrono i 100 anni dalla nascita. Ecco in breve la sua biografia

Dirigente politico, uomo delle Istituzioni, Presidente della Repubblica. Una parabola politica lunga 70 anni, quella di Giorgio Napolitano, del quale domenica prossima, 29 giugno, ricorreranno i 100 anni dalla nascita. Un anniversario che lunedì e martedì prossimi verrà celebrato al Senato con un convegno organizzato nella sala Capitolare dalla Fondazione Gramsci, dall'Istituto per gli studi storici e dall'Associazione Giorgio Napolitano
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Durante il convegno, presente il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, storici e studiosi ripercorreranno le varie tappe che hanno contrassegnato l'attività dell'ex Capo dello Stato nel partito, nel Parlamento italiano ed europeo, nel Governo, fino a ricoprire la più alta carica istituzionale Un approdo avvenuto nel 2006, seguito dalla prima riconferma della storia dopo il settennato, avvenuta per una serie di contingenze che resero necessaria una rielezione che portò ad un prolungamento del mandato di altri due anni

Ma non è stata la sola prima volta che può vantare nel suo curriculum. Napolitano, scomparso il 22 settembre del 2023 all'età di 98 anni, è stato infatti il primo ex comunista a diventare Presidente della Repubblica; ma anche il primo ex comunista nominato ministro dell'Interno; il primo dirigente comunista inviato negli Stati Uniti

Nasce a Napoli il 29 giugno del 1925 e si laurea in Giurisprudenza nel dicembre del 1947 presso l'Università del capoluogo campano con una tesi in economia politica. Da studente universitario è impegnato con i giovani antifascisti e a vent'anni si iscrive al Partito comunista. Si è sposato nel 1959 con Clio Bittoni, avvocatessa, figlia di una famiglia di antifascisti. Hanno due figli, Giovanni e Giulio, e due nipoti, Sofia e Simone. Nel 1945-46 è stato attivo nel movimento per i Consigli studenteschi di Facoltà e delegato al primo Congresso nazionale universitario
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Si è iscritto al Pci nel 1946, dall'autunno di quell'anno alla primavera del 1948 ha fatto parte della segreteria del Centro Economico Italiano per il Mezzogiorno presieduto dal sen. Paratore. Ha inoltre partecipato attivamente al Movimento per la Rinascita del Mezzogiorno fin dalla sua nascita (dicembre 1947) e per oltre 10 anni. È stato eletto alla Camera dei Deputati per la prima volta nel 1953 e ne ha fatto parte - tranne che nella IV legislatura - fino al 1996, riconfermato sempre nella circoscrizione di Napoli
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La sua attività parlamentare si è svolta nella fase iniziale in seno alla commissione Bilancio e Partecipazioni Statali, concentrandosi - anche nei dibattiti in Assemblea - sui problemi dello sviluppo del Mezzogiorno e sui temi della politica economica nazionale. Nella VIII (dal 1981) e nella IX Legislatura (fino al 1986) è stato Presidente del Gruppo dei deputati comunisti

Negli anni '80 si è impegnato in particolare sui problemi della politica internazionale ed europea, sia nella Commissione Affari Esteri della Camera dei Deputati, sia come membro (1984-92 e 1994-96) della delegazione italiana all'Assemblea dell'Atlantico del Nord, sia attraverso molteplici iniziative di carattere politico e culturale

Già a partire dagli anni '70, ha svolto una vasta attività di conferenze e dibattiti all'estero: negli istituti di politica internazionale in Gran Bretagna e in Germania, presso numerose Università degli Stati Uniti (Harvard, Princeton, Yale, Chicago, Berkeley, SAIS e CSIS di Washington)

Nel 1978 diventa il primo dirigente comunista a ottenere il visto per gli Stati uniti. Negli Usa tiene conferenze a Aspen ed Harvard. La sua politica guarda ai rapporti con i socialdemocratici europei e con l'Alleanza atlantica. Dal 1981 al 1986 è stato capogruppo dei deputati del Pci

Dal 1989 al 1992 è stato membro del Parlamento europeo. Nell'XI legislatura, il 3 giugno 1992, è stato eletto presidente della Camera, restando in carica fino alla conclusione della legislatura nell'aprile del 1994

Nella XII legislatura ha fatto nuovamente parte della commissione Esteri ed è stato presidente della commissione speciale per il riordino del settore radiotelevisivo

Non più parlamentare, è stato ministro dell'Interno e per il coordinamento della Protezione civile nel governo Prodi, dal maggio 1996 all'ottobre 1998. Dal 1995 al 2006 è stato presidente del Consiglio italiano del Movimento europeo. Rieletto deputato europeo nel 1999, è stato fino al 2004 presidente della commissione per gli Affari costituzionali del Parlamento di Strasburgo

Nel 2003 è stato nominato presidente della Fondazione della Camera dal presidente della Camera Pier Ferdinando Casini. Il 23 settembre 2005 è stato nominato senatore a vita dal presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi

Il 10 maggio 2006 è stato eletto presidente della Repubblica con 543 voti. Ha prestato giuramento il 15 maggio 2006. Il 20 aprile 2013 è stato rieletto presidente della Repubblica con 738 voti. Ha prestato giuramento il 22 aprile 2013

Ha rassegnato le dimissioni il 14 gennaio 2015. È divenuto senatore di diritto e a vita quale presidente emerito della Repubblica

Durante i suoi due mandati ha conferito l'incarico di presidente del Consiglio a Romano Prodi, Silvio Berlusconi, Mario Monti, Enrico Letta, Matteo Renzi. Dopo aver lasciato il Quirinale è divenuto Senatore di diritto e a vita quale Presidente Emerito della Repubblica
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Restano scolpite nella memoria le immagini dello speciale e intenso rapporto con Benedetto XVI, culminato nel concerto in Vaticano del 4 febbraio 2013 organizzato in occasione dell'anniversario dei Patti lateranensi. Napolitano ricorda "la memoria dei nostri incontri e colloqui, in molteplici occasioni, nel corso di questi sette difficili anni". Parole che vengono lette come un commiato in vista della fine del settennato, che invece verrà prolungato ancora di due anni, mentre una settimana dopo sarà Ratzinger a lasciare sorpresa il Soglio di Pietro

“Non esito a confessare –aveva scritto l'allora Capo dello Stato nel luglio 2012, in un articolo per l’Osservatore Romano dal titolo ‘Il mio amico Benedetto XVI’- che una delle componenti più belle che hanno caratterizzato la mia esperienza è stato proprio il rapporto con Benedetto XVI. Abbiamo scoperto insieme una grande affinità, abbiamo vissuto un sentimento di grande e reciproco rispetto”

Anche il rapporto tra Napolitano e Papa Francesco sarà intenso e profondo. Tanto che Bergoglio quando le condizioni dell'ex Presidente si sono irrimediabilmente aggravate, non mancherà di rivolgere una preghiera per lui durante l'udienza generale del mercoledì, affinchè “abbia conforto, questo servitore della patria”. E a sorpresa si recherà alla camera ardente allestita in Senato per rendere omaggio alla salma del Presidente emerito, fermandosi a lungo in piedi, davanti al feretro