Farmaci anti obesità, tirzepatide e semaglutide a confronto: lo studio
Salute e BenessereIntroduzione
Negli ultimi anni, la ricerca nel trattamento dell'obesità ha registrato importanti progressi, portando a soluzioni terapeutiche sempre più mirate. Tra i trattamenti più recenti si distingue tirzepatide, un farmaco sviluppato da Eli Lilly, che l’Agenzia italiana del farmaco ha recentemente autorizzato per il trattamento del diabete di tipo 2 e per la gestione del peso corporeo in adulti con obesità o sovrappeso, ma solo in presenza di specifiche comorbidità. È proprio su quest’ultimo aspetto che si sono concentrati gli studi più recenti, tra cui il trial Surmount-5, che ha confrontato l’efficacia di tirzepatide con quella di semaglutide (Wegovy), farmaco anch'esso approvato in Italia, ma limitato al trattamento del diabete di tipo 2 non adeguatamente controllato. I risultati, presentati in una nota da Eli Lilly, suggeriscono che tirzepatide mostri una maggiore efficacia nella riduzione del peso rispetto a semaglutide. Ecco nel dettaglio i risultati del nuovo trial clinico, presentati al 32esimo European Congress on Obesity (Eco) in corso a Malaga e pubblicati sul New England Journal of Medicine. È importante sottolineare che entrambi i farmaci possono essere utilizzati solo su prescrizione medica, in quanto trattamenti specifici per determinate condizioni cliniche.
Quello che devi sapere
Lo studio Surmount-5
Lo studio clinico di fase 3b ha valutato l'efficacia di tirzepatide (un agonista a duplice azione sui recettori Gip e Glp-1), rispetto a semaglutide, che agisce solo sul recettore del Glp-1. Lo studio ha coinvolto adulti con obesità o sovrappeso, in presenza di almeno una comorbidità legata al peso e senza diabete. Questo trial ha avuto come obiettivo primario quello di confrontare l’efficacia di entrambi i farmaci nella gestione del peso corporeo
I risultati principali
"I risultati head‑to‑head di Surmount‑5 mostrano che tirzepatide porta a una maggiore riduzione del peso rispetto a semaglutide, fornendo ulteriori evidenze del suo valore come opzione efficace per la gestione dell’obesità”, ha dichiarato Louis J. Aronne, direttore del Comprehensive Weight Control Center e Sanford I, esperto di obesità al New York‑Presbyterian/Weill Cornell Medical Center e ricercatore di Surmount‑5. Nello specifico, come spiegato dall’azienda farmaceutica americana in una nota, i partecipanti trattati con tirzepatide hanno ottenuto una riduzione media del peso del 20,2%, rispetto al 13,7% ottenuto dai partecipanti trattati con semaglutide dopo 72 settimane di trattamento. Questo corrisponde a una perdita di peso relativa maggiore del 47% per chi ha assunto tirzepatide

Altri risultati
Negli endpoint secondari, “tirzepatide è risultato superiore in tutti gli obiettivi di riduzione del peso”. Il 64,6% dei partecipanti trattati con tirzepatide ha raggiunto almeno il 15% di perdita di peso, rispetto al 40% con semaglutide. Inoltre, i partecipanti trattati con tirzepatide hanno visto una riduzione media della circonferenza vita di 18,4 cm, rispetto ai 13 cm con semaglutide
Il commento degli esperti
Paolo Sbraccia, docente di Medicina Interna nel Dipartimento di Medicina dei Sistemi dell'Università degli Studi di Roma Tor Vergata e direttore dell'Unità operativa complessa di Medicina Interna e Centro medico dell’obesità del Policlinico Tor Vergata, ha evidenziato come i risultati dello studio confermino “la nuova e straordinaria opportunità che rappresenta oggi l’innovazione terapeutica nella gestione del peso e nel trattamento della malattia obesità, che come sappiamo impatta in modo importante su qualità e aspettativa di vita delle persone che ci convivono”. "Accogliamo dunque con molto piacere questi dati positivi e significativi sull’efficacia di tirzepatide nello studio di confronto con semaglutide, che ci rendono fiduciosi sulle maggiori opportunità che possiamo offrire ai nostri pazienti di scongiurare rischi e complicanze dell’eccesso ponderale e dell’obesità: una vera e propria patologia cronica", ha aggiunto. "I risultati del Trial Surmount-5 confermano Lilly come azienda di riferimento in Italia e nel mondo nel trattamento dell'obesità e del sovrappeso con soluzioni terapeutiche sempre più efficaci e innovative”, ha riferito Elias Khalil, presidente e amministratore delegato di Lilly Italia. “Nel nostro Paese, la solidità della nostra ricerca e dei nostri dati si inseriscono in un impegno a 360 gradi nel sistema salute, lavorando a fianco di tutti gli attori per il riconoscimento della patologia obesità che oggi colpisce quasi 6 milioni di persone. Con questa responsabilità e cooperazione, possiamo alzare gli obiettivi e raggiungere traguardi sempre più ambiziosi per i clinici e per i pazienti che vivono ogni giorno l’impatto di questa condizione"

Sicurezza e tollerabilità del farmaco
Il profilo di sicurezza di tirzepatide nello studio Surmount-5 si è confermato coerente con gli studi precedenti, con eventi avversi principalmente gastrointestinali, che sono stati per lo più lievi o moderati. Durante lo studio, il 6% dei partecipanti trattati con tirzepatide ha interrotto il trattamento a causa di eventi avversi, contro l’8% con semaglutide. È importante però sottolinare che lo studio non era stato progettato per confrontare la sicurezza e la tollerabilità dei due farmaci
Tirzepatide: per cosa è approvato in Italia
In Italia tirzepatide è approvato per il trattamento della gestione del peso negli adulti con Indice di massa corporea maggiore o uguale a 30 kg/m2 o in sovrappeso (Imc da maggiore uguale a kg/m2 a minore di 30 kg/m2) con almeno una comorbidità correlata al peso, in aggiunta ad una dieta ipocalorica e ad una maggiore attività fisica. L’Aifa ha recentemente approvato la rimborsabilità di tirzepatide anche per i pazienti con diabete di tipo 2
