Mal di testa, stress e abuso di dispositivi digitali tra le cause scatenanti
Salute e BenessereUn’indagine di Assosalute rivela che il mal di testa, in tutte le sue forme, interessa almeno una volta nella vita la maggior parte degli italiani, con conseguenze che possono variare da lievi fastidi a disturbi invalidanti. Tra i principali fattori scatenanti emergono stress, uso eccessivo di dispositivi digitali e cambi di stagione. Le donne sono le più colpite e spesso il problema viene sottovalutato o affrontato in modo inadeguato
Chi non ne soffre tende a sottovalutarlo, chi invece lo conosce bene sa quanto possa condizionare la vita quotidiana. Stress, uso eccessivo di dispositivi digitali e cambi di stagione sono solo alcuni tra i principali fattori scatenanti del mal di testa, un disturbo che colpisce, almeno una volta nella vita, il 90% degli italiani, ma che in assenza di un’esperienza diretta, viene spesso considerato poco rilevante. Ad accendere l’attenzione sul tema è un'indagine commissionata da Assosalute (Associazione nazionale dei farmaci di automedicazione, parte di Federchimica) all'istituto di ricerca Human Highway. Non tutti i mal di testa però sono uguali: esistono diverse tipologie, più o meno impattanti sulla qualità della vita, dalle forme lievi e occasionali fino a quelle croniche e invalidanti. L’indagine rivela quanto il mal di testa sia diffuso, sottovalutato e, troppo spesso, affrontato in modo inadeguato.
Diagnosi non corrette e cure poco efficaci
Secondo Piero Barbanti, neurologo dell’associazione neurologica italiana per la ricerca sulle cefalee (Anircef), molti italiani non ricevono una diagnosi corretta nonostante soffrano regolarmente di mal di testa. “Dall’indagine emerge una chiara sovrastima di mal di testa patologici rari (cefalea a grappolo) o rarissimi (nevralgia occipitale), e questa sovrastima comporta errori di diagnosi del tipo di mal di testa e, quindi, cure erronee e inefficaci. Inoltre, la survey mette in luce come per la maggior parte degli intervistati l'impatto in termini di frequenza sia ritenuto basso”, ha spiegato Barbanti.
Cefalea tensiva ed emicrania: le forme più diffuse
In Italia, la cefalea tensiva è la forma più comune: colpisce il 45% della popolazione. “Decisamente più disabilitante è invece l'emicrania, che interessa il 25% degli italiani”, ha spiegato l’esperto. Un dato preoccupante è che un terzo dei pazienti emicranici sperimenta almeno un attacco alla settimana, con oltre 5 milioni di persone che soffrono di almeno quattro crisi al mese.
Disturbo a prevalenza femminile
Le cefalee hanno una chiara prevalenza femminile, con un rapporto di 3 a 1 rispetto agli uomini. “Nelle forme croniche la disparità si accentua ulteriormente: nell'emicrania cronica, che coinvolge circa il 3% degli italiani, il rapporto donna/uomo supera il 7 a 1”, ha osservato Barbanti. L’indagine di Assosalute evidenzia che l’11% degli italiani soffre di mal di testa con cadenza settimanale, mentre oltre il 70% lo considera un disturbo solo occasionale. Tra chi ne soffre, il 33% lamenta almeno un episodio al mese, mentre il 37% lo sperimenta con minore frequenza.
Le cause scatenanti più comuni
Secondo Barbanti, il mal di testa è la malattia più diffusa al mondo, con oltre 2 miliardi di persone che ne sono affette: “Si tratta di un disturbo che, soprattutto nelle forme gravi e croniche deve essere necessariamente classificato e curato non solo per alleviare la sofferenza, ma perché il soggetto possa vivere in libertà e non faccia scelte di ripiego nella vita personale, sociale e lavorativa; è dimostrato che chi soffre di mal di testa tende a rischiare di meno nella vita, rinunciando a varie attività e occasioni, sentendosi erroneamente più fragile e vulnerabile".
I principali fattori scatenanti sono lo stress o la tensione emotiva (49,9%), seguiti dall’uso prolungato di schermi (29,6%) e dai disturbi legati ai cambi di stagione o al ciclo mestruale (20,7%). Le donne risultano più colpite da episodi ricorrenti (27,5% contro il 13,6% degli uomini) e associano il mal di testa allo stress più frequentemente rispetto agli uomini (52,5% contro 47,3%). Invece, le persone con meno di 45 anni riferiscono maggiore correlazione tra mal di testa e l'uso prolungato di videoterminali, oltre che l'ansia da performance legata a scadenze e impegni di diverso tipo. Gli italiani, ha commentato Barbanti, “hanno la corretta percezione che lo stress sia il primo attore di diversi tipi di mal di testa e ciò è certamente vero per emicrania e cefalea di tipo tensivo. Tendono però a sovrastimare l'effetto scatenante degli schermi in quanto tali. Non è tanto il problema delle radiazioni luminose o della postura quanto piuttosto ciò che essi rappresentano: lavoro, impegno intellettuale e lo stress inevitabilmente associato".
L’impatto nella quotidianità
Il mal di testa incide in modo significativo sulle attività di ogni giorno. Secondo l’indagine, per il 50% delle persone intervistate rappresenta un disturbo limitante, mentre il 12% è costretto a interrompere le proprie attività o ad assumere farmaci per poterle riprendere. Solo il 36% dichiara di riuscire a gestirlo senza difficoltà. L'impatto, secondo Barbanti, varia con l'età: i trentenni sono i più colpiti in termini di interferenza con la vita attiva, mentre tra gli over 65 il disturbo è percepito come più gestibile. "In particolare, i giovani devono essere consapevoli dei propri livelli di stress (spesso a loro sconosciuti fino a quando non compaiono insonnia, ansia, cefalee di tipo tensivo). Devono rendersi conto dell'eccessiva velocità e della effimera felicità del mondo iperconnesso in cui vivono. Il multitasking non è bello, è dannoso: dovrebbe essere questo lo slogan da promuovere", ha rimarcato il neurologo.
Abuso di farmaci di automedicazione
Per alleviare il mal di testa, anche se occasionale, il 56,8% degli italiani fa ricorso ai farmaci di automedicazione ad azione analgesica e antinfiammatoria. Seguono, a distanza, i rimedi naturali (16,1%) come tisane, massaggi e tecniche di rilassamento, apprezzati soprattutto dai più giovani. Solo una minoranza si rivolge al medico o al farmacista (8,9% ciascuno), mentre il 21,7% preferisce non assumere nulla e aspetta semplicemente che il dolore passi. Dall’indagine è inoltre emerso che più di un italiano su due, in particolare donne over 45, considera il medicinale di automedicazione come il rimedio più ovvio. "Si rimane sgomenti - ha osservato Barbanti - nell'apprendere che il 21% degli intervistati non fa nulla per il dolore, attendendo che passi. Ciò può essere spiegato solo con assenza di consapevolezza sull'efficacia dei trattamenti, o su inadeguati timori o pregiudizi".
Stile di vita corretto: la migliore forma di prevenzione
Per prevenire il mal di testa, il neurologo ha sottolineato l'importanza di uno stile di vita equilibrato: dormire almeno 7 ore per notte, fare 3 pasti regolari con una colazione sostanziosa, mantenersi idratati e dedicare almeno 6 ore a settimana all'attività aerobica. "Tutti i tipi di mal di testa possono essere trattati. I farmaci da banco sono un valido alleato, ma devono essere usati con consapevolezza. Gli antinfiammatori possono essere efficaci nel bloccare gli attacchi, se utilizzati correttamente". Ma "se l'uso supera le 4 volte al mese, è fondamentale affiancarli a terapie preventive, da valutare insieme al medico”, ha concluso Barbanti.
