Il processo per traffico sessuale, associazione a delinquere e induzione alla prostituzione a carico del rapper e produttore musicale, iniziato sette settimane fa, si avvia verso la conclusione. Finora P. Diddy ha scelto di non testimoniare e si è dichiarato non colpevole, ma in caso di condanna rischierebbe dai 15 anni di carcere all’ergastolo
Il destino di Puff Daddy è nelle mani di otto uomini e quattro donne. Nel processo per traffico sessuale, associazione a delinquere e induzione alla prostituzione a carico del rapper e produttore musicale, infatti, la giuria è ora stata chiamata a deliberare sulle accuse contro di lui. Ieri, lunedì 30 giugno, dopo aver ricevuto le istruzioni del giudice Arun Subramanian, i giurati avevano deliberato per oltre cinque ore, ma non erano riusciti a raggiungere un verdetto. Oggi, martedì 1 luglio, la giuria ha emesso un verdetto su quattro capi d'accusa: i giurati hanno notificato al giudice, senza annunciare la propria decisione, di aver emesso un verdetto sui capi d'accusa per traffico sessuale, ma non sull'accusa principale di associazione a delinquere, che prevede una potenziale condanna all'ergastolo.
"Ho ricevuto la vostra nota in cui comunicate di aver raggiunto un verdetto sui capi d'accusa da 2 a 5, ma non sul capo d'accusa 1. Vi chiedo pertanto di continuare a deliberare", ha detto Il giudice Arun Subramanian ai giurati, prima che lasciassero l'aula.
La giuria ha poi annunciato che continuerà a deliberare domattina, 2 luglio, alle 9 ora locale, le 15 in Italia, per provare a raggiungere un verdetto anche sul primo capo d'accusa.
Finora, P. Diddy ha scelto di non testimoniare e si è dichiarato non colpevole, ma in caso di condanna rischierebbe dai 15 anni di carcere all’ergastolo.
LE ACCUSE
Dopo sette settimane di processo, negli scorsi giorni gli avvocati di entrambe le parti avevano presentato le loro arringhe conclusive, ciascuna della durata di cinque ore. Ieri il giudice Subramanian si era complimentato sia con l’accusa, sia con la difesa, perché “il caso è stato trattato in modo davvero eccezionale da entrambe le parti”. Ora la giuria dovrà valutare se sia fondata l’ipotesi dell'accusa, che ha dipinto Puff Daddy come il capo di un’organizzazione criminale che per 20 anni avrebbe sfruttato la sua fama e il suo potere per avvalersi della collaborazione di una “cerchia ristretta” di dipendenti e garantirsi così l'aiuto nel commettere una serie di reati. Il rapper avrebbe peraltro costretto per giorni interi alcune fidanzate ad avere rapporti sessuali con escort uomini, anche sotto l’effetto di droghe. Lui stesso avrebbe assistito agli incontri, che avrebbe inoltre filmato. “Nella sua mente era intoccabile”, ha dichiarato durante l’arringa finale il pubblico ministero Maurene Comey, che ha aggiunto che il rapper non avrebbe mai immaginato che le sue vittime avrebbero avuto il coraggio di denunciare gli abusi. La difesa, al contrario, ha sostenuto che le azioni di Combs facessero semplicemente parte di uno “stile di vita da scambisti”, e che i festini a base di droga, detti “freak-offs”, sarebbero stati consensuali. Nelle scorse settimane, sul banco dei testimoni si sono avvicendate innumerevoli persone, comprese alcuni ex dipendenti e l’ex fidanzata Casandra “Cassie” Ventura, che aveva dato il via alle rivelazioni sulle presunte condotta del rapper. Il caso era scoppiato alla fine del 2023, quando la donna aveva denunciato Puff Daddy per abusi, percosse e violenze che lei avrebbe subito per anni durante la loro relazione. La questione era stata subito chiusa con un patteggiamento, e il rapper non aveva ammesso alcuna responsabilità in merito ai presunti fatti. Lo scorso anno, la CNN aveva poi diffuso un video che mostrava Combs nel 2016 mentre prendeva a calci Ventura nel corridoio di un hotel. Alla pubblicazione del filmato erano poi seguite le scuse di P. Diddy. In ogni caso ieri, un’ora dopo l’inizio delle deliberazioni, il capo della giuria aveva segnalato al giudice Subramanian la presenza di un giurato che non sarebbe stato in grado di rispettare le istruzioni da lui ricevute. Il giudice aveva quindi inviato una nota per ricordare ai giurati i loro obblighi e i loro doveri nello svolgimento del ruolo. In seguito, la giuria aveva chiesto alcuni chiarimenti sul concetto di “spaccio di droga”, fondamentale nella valutazione dell’accusa di associazione a delinquere. Nel frattempo, durante una pausa, Puff Daddy, accompagnato in aula da amici e familiari, aveva pregato insieme e a loro, che avevano poi applaudito in suo sostegno. Il rapper aveva anche mostrato i due libri attualmente in lettura, The Power of Positive Thinking di Norman Vincent Peale e The Happiness Advantage di Shawn Achor.
