Franco126 a Roma, la Cavea diventa un salotto di Futuri Possibili

Musica
Federica De Lillis

Federica De Lillis

Due ospiti a sorpresa, una scaletta che ha spaziato dalle tracce del nuovo album a ricordi musicali così emozionanti da far mettere via il cellulare per abbracciarsi e cantare insieme nella prima data (sold out) a Roma che inaugura il cartellone del Roma Summer Fest. Franco126 ci fa accomodare nel salotto di un indovino per guardare con nostalgia il tempo trascorso e accarezzare con disincanto il futuro attraverso una sfera di cristallo

Una ragazza tira fuori il telefono dalla tasca, leva il blocco schermo con il “lupacchiotto” dell’AS Roma, quello fine anni ‘70, e fa una foto al tramonto. “Sbrigati”, le fanno cenno le amiche più avanti. Manca poco all’inizio della prima data romana del Futuri Possibili Tour. La Cavea dell’Auditorium Parco della Musica si sta riempiendo e presto non ci saranno più posti davanti. Hanno baggy jeans e sneakers, molti indossano la maglia della squadra di calcio della Capitale, tutti sono lì sapendo che usciranno con gli occhi lucidi e un po’ di malinconia ripercorrendo storie che hanno cambiato il loro corso Nottetempo come la canzone tratta dall’ultimo album Futuri Possibili e con cui Franco126 accoglie i fan in un live che ha saputo avvolgere il pubblico in un’atmosfera intima, in cui ognuno ha aggiunto e riconosciuto una parte della sua storia, tra melodie dal gusto retrò e dubbi mai risolti sul destino.

Un salotto dove “scoprire il tuo destino” e una vecchia Polaroid

Occhiali scuri, scarpe da ginnastica e un gin tonic, il cantautore romano arriva sul palco insieme a Zoltar, una riproduzione digitale e animata della fortune teller machine diventata famosa soprattutto per il film Big del 1998, in uno stile vintage che caratterizza da sempre l’estetica del cantante. Il tour che invita a “scoprire il tuo destino” arriva alla Cavea di Roma per trasportarci nel salotto di un indovino con lampade altissime, arredi di legno scuro, luci soffuse e una grande sfera di cristallo. “Fa pure il fumo”, scherza Franchino, e si parte in un viaggio che tocca con nostalgia corde del passato in Sempre in due, seconda traccia dello storico album Polaroid con Carl Brave.

 

Tante istantanee di pentimenti, frasi dette di getto, amori finiti che Franchino ci racconta attraverso un caffè lasciato raffreddare mentre si perde nel buco nero dei sentimenti di Ancora no. La malinconia lascia un sorriso amaro mentre la mente viene lasciata libera di vagare sul sound elegante e languido di Angelo.

Ma poi di nuovo un tuffo nel passato: “C’ho un po’ la pezza pe’ Multisala [album del 2021 ndr.]. Lo riguardo come un periodo buio della mia vita”, dice Franco prima di Maledetto tempo, accolta dalla generazione che, come il suo cantautore, “sorride in faccia alla malinconia” abbandonandosi all’energia che ormai ha pervaso la Cavea, come nota anche Franco: “Questa gasa, eh”.

Un semicerchio stellato e gli ospiti a sorpresa

È Vampiro a scatenare il vero delirio dei fan che non riescono più a restare seduti sugli spalti, tra cori, canzoni urlate e diversi “Daje Franchì”. A metà delle quasi due ore di concerto, viene annunciato il primo ospite del tour: Gianni Bismark con le barre di Università fa crescere ancora di più l’entusiasmo del pubblico che esplode poi su Nuvole di Drago.

Due amiche si riprendono mentre si abbracciano cantando, un fan spiega al vicino: “Adoro sta musica, io so’ cresciuto co’ Califano, me lo ricorda”.

Torce accese perché “fa sempre un po’ più buio Prima dell’Alba”: un semicerchio stellato si stringe intorno al cantautore che condivide i versi personali e malinconici della canzone che divide a metà il nuovo album. A quel punto, a Franco126 bastava tirare un filo per far commuovere l’intera Cavea e ci pensa con le barre di Senza di me seguita da Che senso ha.

Come a percorrere all’indietro i 126 scalini di viale Glorioso da cui prende il nome, in omaggio al luogo che ha unito la Love Gang, Franco scherza sul rapper romano Ugo Borghetti che, come il protagonista di Simone, prende la vita come viene. “Dedico questa canzone al mio grande amico che stasera non è qui perché è un sola e starà a casa a giocare al computer”.

“Potrebbe succedere qualcosa”, annuncia poi mentre inizia a cantare Due Estranei; il pubblico ha già capito e applaude, sul palco arriva anche il giovane cantautore romano Fulminacci.

Approfondimento

Roma Summer Fest 2025, “la stagione musicale più grande di sempre”

Il destino nella sfera di cristallo

“Gasa, eh”, ripete alla band dopo Bella mossa, e il chitarrista lo prende in giro: “Raga adesso andate tutti sul profilo di Franchino e scrivete ‘gasi’. Il millesimo vince un gelato”. Le risate sono interrotte dalla sfera di cristallo in mezzo al palco che si accende per richiamare l’attenzione.

 

È questa a contenere tutti i Futuri Possibili che si nutrono di un passato scritto in tre colori: arancione come l’album Stanza singola, blu come Multisala e verde come quello che dà il titolo al tour. Le tonalità svaniscono l’una dentro l’altra per poi fermarsi sull’arancione: è il momento di Ieri l’altro. Frammenti di ricordi finiscono ovunque, i fan sembrano unirsi in un abbraccio collettivo e abbassano i telefoni come per resistere all’avanzare inesorabile del tempo che costruisce falsi ricordi.

“Non la famo la prossima che mi mette mestizia”. Ci prova Franco, ma niente da fare, Zoltar l’indovino si ribella con un sonoro “Noo”, è ora di attraversare i Futuri Possibili.

La distanza con il pubblico si accorcia, sul bordo del palco Franco126 ci ricorda ancora come si possa dire "mi manchi” senza pronunciarlo mai grazie a Blue Jeans, la traccia che ha più commosso, insieme a Stanza Singola, che non poteva mancare.

 

In chiusura, Frigobar e, dopo un cenno della mano, Franco esce di scena, o forse no. “Dai famo l’ultima”, dice per annunciare Brioschi, e dal boato che ha riempito la Cavea si può dire che fosse tra i pezzi più attesi. Tutti sono riusciti a identificarsi in quella voglia di agire, spesso frenata dalle paure, che finisce per lasciare sospesi a guardare tutte le possibili vie che una storia avrebbe potuto prendere ma è ora per Zoltar l’indovino di ritirarsi: il destino torna indecifrabile nel fumo.

 

A chi fosse arrivato lì in cerca di risposte, con problemi di cuore o il portafogli vuoto, Franco126 ha risposto che non importa: qualsiasi cosa succeda noi ce la godiamo e comunque vada rispondiamo “Vabbè”. 

Spettacolo: Per te

OSZAR »