Decreto fisco, ok del Cdm: proroga pagamento imposte 2025 per forfettari

Economia
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Introduzione

Giovedì 12 giugno il Consiglio dei ministri ha approvato un nuovo decreto fisco. Il provvedimento, ha spiegato il viceministro dell'Economia Maurizio Leo, "tratta alcune tematiche che nello specifico riguardano il lavoro autonomo e le imprese". Fra i numerosi argomenti affrontati c’è anche lo slittamento del versamento del pagamento del saldo 2024 e dell'acconto 2025 per i soggetti Isa e per i forfettari.

Quello che devi sapere

Le ragioni del rinvio

"Il motivo del differimento - ha proseguito Leo - è che è stato presentato e approvato il decreto legislativo correttivo del concordato preventivo e alla luce delle disposizioni contenute, si dà un tempo congruo ai professionisti per effettuare i versamenti sia del saldo 2024, che dell'acconto del 2025. Dal 21 luglio 2025 fino al 20 agosto 2025 ci sarà la possibilità di versare con una maggiorazione dello 0,4%", ha aggiunto.

 

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Tracciabilità dei rimborsi

Il decreto Fisco, come accennato, affronta numerose altre tematiche. "Innanzitutto", ha proseguito Leo in riferimento al decreto, "si fa chiarezza per la tracciabilità dei pagamenti per le spese di viaggio, vitto e alloggio. La manovra aveva previsto che a fronte di queste spese venissero usati strumenti tracciabili; è chiaro che c'è una maggiore complessità quando il lavoratore autonomo o l'imprenditore o il dipendente si trova all'estero e quindi dal 2025 gli strumenti tracciabili saranno obbligatori ai fini della deducibilità e ai fini della tassazione per il lavoratore solo se sostenuti in Italia. Se all'estero - ha aggiunto - non ci sarà la necessità di usare spese tracciabili".

 

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Sugar Tax e riduzione Iva sui beni d’arte

Nel decreto fisco non sono presenti nè l'attesa proroga della sugar tax né la riduzione dell'Iva sui beni d'arte. "Le due misure sono assolutamente all'attenzione del governo", ha risposto il viceministro dell'Economia. "In ogni caso l'impegno è stato preso: è una questione di trovare le risorse adeguate, ma c'è l'impegno del governo e verrà onorato"      

Rottamazione e riduzione Irpef

Le due tematiche della rottamazione e della riduzione dell'Irpef per il ceto medio "possono sicuramente viaggiare insieme, ovviamente anche qui dobbiamo trovare le necessarie coperture", ha proseguito Leo. "Coperture che dovremo individuare, anche alla luce, soprattutto per quello che riguarda la rottamazione, degli esiti della commissione istituita al ministero". La commissione, ha spiegato Leo, "ha fatto un monitoraggio del carico del magazzino dal 2000 al 2024 - sono 1.275 miliardi che saranno pure aumentati - per verificare come gestirlo. Dobbiamo fare in modo di selezionare magari una parte di questo magazzino che può entrare in un meccanismo di rottamazione e valutare tempi e modalità". E ha proseguito: "In commissione finanze della Camera stanno esaminando il provvedimento. Comunque anche il ministro Giorgetti ha detto che questo è un tema che indipendentemente dall'esame in commissione potrà essere affrontato in modo più appropriato con la prossima di legge di bilancio. Comunque le due tematiche sono all'attenzione del ministero: sia la riduzione del carico fiscale per il ceto medio sia la rottamazione - ha aggiunto - sono all'attenzione del governo e sicuramente si troverà una sintesi per raggiungere questi obiettivi"

Divieto cumulo bonus a chi rientra in Italia

Arriva il divieto di cumulabilità tra i benefici per i lavoratori impatriati e gli incentivi per i ricercatori che rientrano dall'estero e per i neo-residenti. Lo prevede la norma, all'articolo 6 della bozza: stabilisce che gli effetti dell'imposta sostitutiva da 200mila euro sui redditi prodotti all'estero realizzati dalle persone fisiche che trasferiscono la propria residenza fiscale in Italia non siano "cumulabili" con gli incentivi per il rientro in Italia dei ricercatori residenti all'estero e con il nuovo regime agevolativo a favore dei lavoratori impatriati. La disposizione si applica dal periodo d'imposta 2024

Ex-Ilva

Al termine dello stesso Cdm di giovedì è stato anche annunciato uno stanziamento di 200 milioni per cercare di arginare la crisi dell'ex Ilva. Rientra fra le soluzioni per le crisi industriali 'significative': tra queste i nodi appunto del polo siderurgico più grande d'Europa. Per scioglierli bisognava fornire nuova liquidità e risorse necessarie a coprire costi crescenti legati al drastico calo della produzione dopo l'incendio che ha fermato l'altoforno 1 di Taranto. Nel decreto è contenuta anche una norma che consente l'ingresso di altri investitori privati nella società Dri, con la quale Invitalia partecipa al controllo della società, per rafforzarne il capitale (ora pari ad un miliardo di euro) per gestire le opere con la società privata che acquisterà la società ex Ilva. Viene poi istituito un commissario per la concessione delle autorizzazioni "nel caso di significativi investimenti esteri" e la "possibilità per la regione di utilizzare i residui di bilancio per l'indotto", come ha spiegato il ministro per le imprese ed il made in Italy, Adolfo Urso

Proroga del primo decreto

È stata decisa anche la "proroga di quanto già previsto nel primo decreto sull'ex-Ilva: la possibilità per la Regione di utilizzare i residui di bilancio per il supporto all'indotto siderurgico. La norma era già stata inserita su richiesta dalla Regione Puglia nel precedente provvedimento e poi non era stata utilizzata", ha detto Urso spiegando come "la Regione ci ha chiesto di prorogare questa opportunità affinché possa utilizzare in questa fase le risorse a sua disposizione per supportare l'indotto che subisce l'impatto, tra l'altro, della decisione della Procura della Repubblica di sequestrare l'altoforno".

 

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