Debito pubblico, sale la quota in mano a stranieri: quant'è e cosa significa per l’Italia
EconomiaIntroduzione
Secondo l’ultima pubblicazione della Banca d'Italia sul debito, a marzo la quota è salita dal 31,9 al 32,4% del totale. Invece quella detenuta dagli altri residenti, principalmente famiglie e imprese non finanziarie, è leggermente diminuita: è passata infatti al 14,3%, dal 14,4 dell’ultima rilevazione. Continua anche a calare la quota del debito detenuto da Banca d'Italia che, ad aprile, è scesa al 20,2% dal 20,5 del mese precedente
Quello che devi sapere
Il nuovo record del debito pubblico
Ad aprile il debito pubblico italiano ha fatto registrare un nuovo record: secondo quanto comunicato dala Banca d'Italia è infatti aumentato di 30,1 miliardi rispetto al mese precedente, risultando pari a 3.063,5 miliardi. La crescita "riflette il fabbisogno delle amministrazioni pubbliche (21,5 miliardi), la crescita delle disponibilità liquide del Tesoro (7,2 miliardi, a 69,4), nonché l'effetto degli scarti e dei premi all'emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all'inflazione e della variazione dei tassi di cambio (1,4 miliardi)".
Per approfondire: Btp Italia 2025 e conto deposito, quale conviene di più? I rendimenti a confronto
La quota di debito detenuta da stranieri
Tornando alla quota di debito pubblica detenuta da investitori stranieri, il Sole24Ore sottolinea come ormai sia vicina alla quota dei mille miliardi. E la crescita, secondo il quotidiano economico, non è una cattiva notizia. L’attuale 32,4% di debito in mano a stranieri è una quota che non si registrava da febbraio 2020, all’alba della pandemia di Covid-19: da allora la quantità detenuta da stranieri del crescente del debito italiano si è prima assottigliata fino al 26,2% toccato nel marzo 2023, livello minimo dal dicembre del 1998. Da quel momento è iniziata la risalita, fino alle percentuali di questi giorni.
Cosa vuol dire per il debito italiano
Il quotidiano economico sottolinea come la quota detenuta da investitori stranieri è una “componente essenziale nella normalizzazione post pandemica del debito italiano”. Questa normalizzazione “passa anche dalla flessione costante (in termini assoluti oltre che percentuali) dei titoli detenuti da Bankitalia, tagliata di mese in mese dalla stretta quantitativa messa in atto dall’Eurosistema”. Come detto la quota del debito detenuto da Banca d'Italia ad aprile è scesa al 20,2 per cento dal 20,5 del mese precedente.
Cosa attendersi in fututo
Nell’analisi del Sole24Ore si legge che queste tendenze “sono destinate a continuare”: infatti “l’interesse internazionale per i titoli italiani è alimentato dall’irrobustimento del merito di credito certificato dalle agenzie di rating e da rendimenti, che per l’alto livello di debito restano più alti rispetto a quelli offerti dagli altri emittenti europei anche se i differenziali sono tutti in riduzione”.
La dinamica del debito italiano
Intanto, in base alle informazioni trasmesse da Palazzo Koch, la dinamica di crescita del debito pubblico italiano è monitorata con attenzione, soprattutto alla luce degli ultimi sviluppi internazionali. Sul sistema finanziario nazionale, nel complesso "stabile", incombono infatti elevati rischi geopolitici: e proprio la dimensione del nostro debito - avvertono le principali Autorità a tutela della stabilità del sistema finanziario - potrebbe amplificarne gli effetti. Una lettura che guarda al contesto internazionale, anche se come detto segnali positivi arrivano dalla forte domanda del mercato per i titoli italiani, dopo le ultime valutazioni delle agenzie di rating.
Crescono anche le entrate
Con il nuovo record certificato dalla Banca d'Italia, il debito - che da febbraio è stabilmente sopra i 3mila miliardi, raggiunti la prima volta nel novembre scorso - si colloca 152 miliardi sopra il livello di aprile 2024. Nel frattempo prosegue anche il trend di crescita delle entrate. Ad aprile, secondo l’istituto, si attestano a 41,9 miliardi (+3,2%), portando il dato cumulato dei primi quattro mesi del 2025 a 170 miliardi, il 3,9% in più rispetto al 2024. In questo scenario le condizioni del sistema finanziario italiano si mostrano "nel complesso stabili, anche se in un contesto globale caratterizzato da rischi rilevanti", ha detto il Comitato per le politiche macroprudenziali, composto dai vertici e i rappresentanti di Banca d'Italia, Consob, Covip, Ivass e ministero dell'Economia.
L’incertezza e i dazi
In questo quadro di incertezza l'osservato speciale rimane comunque il debito: la trasmissione ai mercati italiani delle turbolenze innescate ad aprile dall'annuncio sui dazi "è stata finora limitata", ma eventuali nuove tensioni potrebbero risultare "amplificate" dall'elevato debito pubblico. Proprio il "vincolo" debito, come l'ha definito in più occasioni in ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, si rivelerà determinante nella scelta delle misure che andranno a comporre la prossima legge di Bilancio del governo Meloni.
Per approfondire: Bankitalia: nel 2024 meno banconote prodotte e più biglietti falsi scoperti