Chi è l’ayatollah dell’Iran Ali Hosseini Khamenei e perché è nel mirino d’Israele

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Introduzione

L’ayatollah Ali Hosseini Khamenei è la guida suprema dell’Iran, di cui è stato anche presidente dal 1981 al 1989, nonché il massimo esponente nazionale del clero sciita. Politico e religioso, da un luogo segreto continua a prendere decisioni mentre l'Iran è sotto attacco da parte di Israele.

 

Khamenei è da 36 anni al timone del Paese ed è l’artefice della repressione della nazione. Dalla morte del leader di Hezbollah libanese Hassan Nasrallah, sono state notevolmente rafforzate le misure di sicurezza attorno all’ayatollah per il timore che possa essere il nuovo obiettivo dei raid israeliani

Quello che devi sapere

Chi è Ali Hosseini Khamenei

Ali Hosseini Khamenei è nato a Mashhad il 19 aprile 1939. Al termine delle scuole elementari ha iniziato gli studi religiosi. Ha frequentato le lezioni dei grandi ayatollah Borujerdi e Khomeini. Da giovane viene descritto come anticonformista, suonatore di tar, fumatore di tabacco olandese e con i jeans sotto la veste religiosa. Negli anni della giovinezza ha anche scritto poesie, romanzi e saggi sulla lotta dei musulmani in India e sulla letteratura persiana dell’Indostan

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Chi è Ali Hosseini Khamenei

L’arresto durante le rivolte islamiche

Coinvolto nelle rivolte islamiche del 1963, è stato arrestato e in carcere ha conosciuto il giornalista di sinistra Hushang Azadi e il comunista Rahman Khatefi. Rilasciato dopo poco, ha ripreso la sua vita da insegnante nelle scuole religiose. Nel 1989 salverà centinaia di comunisti nelle carceri iraniane dall’esecuzione 

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La Rivoluzione Islamica e l’ascesa di Khamenei

Durante la Rivoluzione iraniana è stato una figura chiave e intimo consigliere di Khomenei. È stato nominato membro del Consiglio della Rivoluzione e ha partecipato alla fondazione del Partito della Repubblica Islamica dirigendo i Guardiani della Rivoluzione. Dopo le dimissioni dell’ayatollah Ali Montazeri, nel 1979, Khamenei ha raggiunto gli apici del potere come guida delle preghiere del venerdì di Teheran

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L’attentato nel 1981 e l’elezione a presidente

Nel giugno 1981 è sfuggito a un attentato durante una conferenza stampa. Una bomba nascosta in un registratore è stata fatta esplodere accanto a lui ferendolo in modo permanente. L’evento lo ha reso, agli occhi dei suoi sostenitori, un “martire di vita”. Lo stesso anno è stato eletto presidente dell’Iran con il 97,09%, diventando il primo religioso a ricoprire la carica. 

Khamenei guida suprema dell’Iran

Alla morte di Khomeini nel 1989, Khamenei è stato eletto guida suprema dell’Iran. Il leader è considerato da molti il simbolo della classe dirigente conservatrice del Paese ed è conosciuto anche per la sua politica anti occidentale

Le accuse di violazione dei diritti umani

Molti hanno accusato Khamenei di aver ordinato l'assassinio di più di 160 disertori in esilio all’estero, tra cui l’attivista Masih Alinejad, della pesante repressione dei manifestanti, dell'uccisione di decine di migliaia di membri del gruppo paramilitare MEK e di aver bersagliato scrittori e intellettuali dissidenti in Iran, tra le altre violazioni dei diritti umani. Khamenei si è difeso affermando che i diritti umani sono un principio fondamentale alla base degli insegnamenti islamici

Libertà di stampa, donne e omosessuali

Nel 2000, Khamenei è stato indicato dal Comitato per la protezione dei giornalisti come "uno dei primi dieci nemici della stampa e della libertà di espressione". Sono diversi i giornalisti arrestati per aver diffuso articoli critici contenenti accuse non dimostrate contro le politiche di Khamenei. È un sostenitore della pratica islamica dell’hijab e accusa l’Occidente di aver fatto perdere l’onore alle donne. Sostiene infine che l’omosessualità sia un grave problema

La politica di Khamenei

Khamenei si presenta come il custode dei valori della rivoluzione islamica del 1979: giustizia sociale, indipendenza nazionale e governo islamico. Ma il suo modello è autoritario e repressivo, finalizzato a garantire la sopravvivenza del regime e il mantenimento del potere personale

Perché Nethanyahu vuole eliminarlo

L’uccisione dei comandanti di Khamenei, gli annunci di Benjamin Netanyahu e le dichiarazioni dei funzionari israeliani, fanno pensare che tra gli obiettivi del premier israeliano ci sia l’eliminazione proprio della Guida suprema dell’Iran. Lo scopo sarebbe quello di decapitare una teocrazia considerata “il nemico esistenziale d’Israele” e restituire l'Iran al potere di un governo temporale

Il messaggio di Netanyahu

Netanyahu ha lasciato intendere l’obiettivo di eliminare Khamenei in un messaggio al popolo iraniano pronunciato poco dopo l'inizio dei raid del 14 giugno. “Non combattiamo contro di voi, combattiamo la brutale dittatura che vi opprime da 46 anni il giorno della vostra liberazione è vicino”, ha detto 

Gli scenari se Khamenei venisse eliminato

In caso di uccisione di Khamenei, la costituzione prevede l'attivazione di un processo per eleggere un altro religioso al suo posto tramite l'Assemblea degli Esperti. Da anni circola il nome del secondogenito e figlio prediletto Mojtaba che potrebbe dare il via a una monarchia ereditaria, ma non gode della stima di tutti e non è un ayatollah. L’altra possibilità è che si precipiti in lotte intestine tra i diversi aspiranti al ruolo di Guida Suprema dell’Iran 

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